Ci sono oggetti che li guardi e sorridi. Son quei cassetti dei ricordi che quando li apri scopri immagini e profumi che vorresti tenere con te più tempo possibile.
Son quei ricordi che ti fanno star bene, che ti proiettano in tempi lontani e che vorresti rivivere più intensamente. Perché quando siam piccoli non ce ne rendiamo conto, tutto è scontato, guardiamo ma non osserviamo. Semplicemente viviamo il presente. Poi, quando si è adulti, si vorrebbe riavvolgere il nastro e assaporare di più certi istanti, certe persone che son andate via troppo presto.
I vecchi comò son così: li apri e ti avvolge il profumo che avevi scordato. La nostalgia ti inonda.
Un misto di lavanda e sapone di marsiglia mescolato all’odore di stantio, perché quei cassetti son stati chiusi troppo tempo. Nessuno li aveva più aperti e il vecchio comò della nonna era stato accantonato perché era andato fuori moda.
Quei cassetti si aprono a fatica, hanno una semplice corsia intagliata che scorre su asticelle di legno inchiodate alle pareti interne. Il legno era massiccio, pesante, vivo.
Il cassettone era per le nostre nonne un elemento d’arredo intimo da riempire ed era spesso abbinato ai comodini della camera da letto.
I modelli più antichi usavano avere il ripiano in marmo, che donava un’aria pregiata ed elegante e spesso su questo posava lo specchio.
Intagliati, laccati o intarsiati, con gambe dritte, rotonde o affusolate … chi di noi non è mai andato a sbirciare nei cassettoni delle nonne? Chi di noi non sperava di trovarci dentro chissà che tesori insieme alle immancabili boccette di acqua santa?
Mia nonna materna aveva nel suo comò delle camicie da notte in lino, bordate da piccoli pizzi che adesso sarebbero davvero ricercate.
Ricordo con affetto quando mia mamma me le ha sistemate per adattarle a me…
Nelle cassettiere delle nonne si trovavano anche dozzine di fazzoletti, eh già…perché per chi non lo sa le nonne li portavano in dote insieme al corredo.
I fazzoletti erano piegati con cura, ricamanti e in cotone. Guai ad uscire senza fazzoletto nella borsetta o nella tasca dei pantaloni.
E mi sembra ancora adesso di sentirla mia nonna Iolanda raccomandare a mio nonno Giovanni quando usciva per andare all’osteria: “lo gheto el fassoetto drio?” ..ovvero…ce l’hai il fazzoletto con te? ….
Questa frase racchiude l’attenzione e si chiama semplicemente AMORE.
Io non ho più le cassettiere delle mie nonne, ma ne ho sistemate tantissime per commissione.
Nipoti o figlie che han voluto ricolorare o riadattare al proprio arredamento un pezzo di vita passato.
I ricordi possono continuare a vivere e a regalarci ancora tante emozioni.
Questa cassettiera che vedete in foto era completamente graffiata e i cassetti si chiudevano con difficoltà. Sul piano superiore una macchia nera faceva immaginare una candela dimenticata accesa…
Solitamente chi mi porta le vecchie cassettiere mi chiede di ridipingerle e quasi sempre i colori scelti sono toni neutri, dal bianco, al color cipria, dal tortora all’avorio. Ho scelto la cassettiera in foto perché questa trasformazione è stata quella che mi ha dato più soddisfazione.
Questo comò del 1920 è tornato a vivere nel suo colore originale. Levigato a vivo, ripristinato il suo color legno con trattamento al caffè, completamente trattato all’interno. Nuova luce alle maniglie, restaurate le gambe e sistemati i cassetti. Una lucidatura finale e una abbondante passata di cera all’interno.
Questi pezzi antichi, di famiglia, rendono un ambiente unico. Bello da posizionare in una camera da letto ma particolare anche in un disimpegno magari con uno specchio posato sul piano superiore. Impreziosiscono sicuramente la stanza che li accoglie.
Vedi anche ” le mie storie vintage“